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Infermieri: “permane caos organizzativo. Altro che fase 2”

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comunicato stampa

Brescia Usppi: “Mascherine Ffp3 introvabili e Ffp2 con il contagocce, così gli infermieri si infettano”. In Puglia, denunciano gli infermieri, tute e mascherine vengono centellinate e ci sono i problemi di approvvigionamento. In Puglia i tamponi non vengono somministrati alla totalità degli infermieri dei reparti Covid 19 ma solo ai sintomatici.

“L’Usppi Puglia denuncia altro che fase 2, permane il caos organizzativo: le mascherine Ffp3 sono introvabili e le Ffp2 scarseggiano. È così che gli infermieri continuano ad infettarsi.

Questa la denuncia dell’Usppi Puglia, il sindacato chiede ancora una volta che le istituzioni centrali si impegnino con gli organismi rappresentativi delle professioni sanitarie, affinché vengano poste e rispettate delle regole che trovino concreta applicazione nella pratica organizzativo-gestionale quotidiana degli enti sanitari.

“Altro che fase 2, se proseguiamo così mai ci arriveremo. È necessario consentire agli operatori sanitari – sottolinea il segretario nazionale dell’Usppi Nicola Brescia – di operare in reale sicurezza. Lo Stato garantisca la meticolosa e puntuale applicazione dei precetti che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro da parte di tutte le aziende sanitarie locali, indipendentemente dal territorio dove le stesse si trovano. Non è più tollerabile questo pericoloso balletto di comportamenti organizzativi”.

Gli infermieri che operano sul territorio, a fronte di timidi miglioramenti, continuano a segnalare che accadono ancora fatti gravi. Sono emerse in maniera preponderante una serie di problematiche irrisolte che con estrema difficoltà le delegazioni locali stanno affrontando in queste ore: “Tra le più spinose, le delegazioni segnalano che in tutte le regioni interessate sono praticamente introvabili le mascherine Ffp2, quelle che garantiscono una idonea protezione contro la cosiddetta aerosolizzazione, mentre le Ffp3, che comunque non garantiscono gli stessi livelli di protezione contro il rischio di infezione da aerosolizzazione, vengono erogate con il contagocce”.

In Puglia tute e mascherine vengono centellinate e permangono i problemi di approvvigionamento, criticità elevate vengono riscontrate anche nelle Rsa e nelle strutture private per anziani, mentre i tamponi iniziano ad essere effettuati, ma ancora non sono stati coinvolti tutti gli operatori sanitari.

“Per il sindacato Usppi dovranno essere individuate almeno due tipologie di indennizzo: la prima di tipo risarcitorio, per il lavoro sin qui svolto dagli operatori sanitari dall’inizio dell’emergenza, che non si è mai fermato nonostante i problemi e le gravi lacune che gli infermieri denunciano. E la seconda, di integrazione dello stipendio, che dovrà essere ultra attiva, ricorrente e strutturata, perché è ora di colmare il gap contrattuale esistente tra la retribuzione degli infermieri e quella degli altri professionisti sanitari (come ad esempio i medici), aggravata ancor più dal fatto che solo a loro è consentito di integrare i propri stipendi svolgendo attività privata o intramoenia. Anche guardando i professionisti sanitari d’oltralpe, gli emolumenti degli infermieri e delle altre professioni sanitarie risultano essere la cenerentola delle classifiche. Per ovviare a questo, Usppi Puglia chiede che il Governo individui un compenso aggiuntivo fisso e ricorrente per gli infermieri e gli altri professionisti sanitari ex legge 42/1999, da corrispondere con la mensilità stipendiale. Per questi aumenti noi ci battiamo da tempo ed è doveroso riconoscerli adesso, alla luce delle attività che infermieri e professionisti sanitari sono chiamati a svolgere sia dentro che fuori il periodo di attuale emergenza sanitaria da Covid-19”.

SEGRETERIA USPPI PUGLIA

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