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Emergenza Covid-19, la denuncia Usppi /Puglia: “Operatori 118 senza KIT di protezione e Dpi, alto rischio contagio”

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comunicato stampa

L’Usppi Puglia denuncia ancora una volta, la grave emergenza in cui sono costretti a operare gli operatori 118 della Asl di Lecce, i quali sono costretti a  operare senza Kit di protezione e Dpi, esposti ad alto rischio di contagio. Gli infermieri sono in prima linea nella lotta contro la diffusione e contagio dal virus COVID-19.

Definiti i veri “eroi” di questa emergenza, elogiati per il fondamentale lavoro che svolgono, con enormi difficoltà, quotidianamente, dentro e fuori dagli ospedali, necessitano proprio per questi motivi della massima protezione possibile.

Una protezione che, purtroppo, risulta carente e li espone a rischi concreti: oltre a quello di essere contagiati, quello di diventare essi stessi veicolo del virus. E’ quanto denuncia il Segretario Nazione dell’Usppi Nicola Brescia e il Segretario Aziendale Usppi Asl di Lecce Pazienza Fortunato, i quali chiedono misure urgenti per l’adozione di tutti gli strumenti di legge a garanzia della salute e sicurezza sul lavoro degli operatori del 118, con l’immediata dalla fornitura di kit di protezione e dispositivi di protezione individuale.

L’Usppi Puglia ha denunciato al Prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e ai vertici e responsabili della Asl di Lecce, le condizioni in cui sono costretti a lavorare i sanitari del pronto intervento, che costituiscono il vero avamposto nell’emergenza scatenata dalla diffusione del Covid-19, sempre in lotta tra l’amore per il proprio lavoro, la vocazione ad aiutare il prossimo e la paura per la vita, la propria e quella dei propri cari in primis.

Sottolineando l’importanza della tutela di salute e sicurezza dei lavoratori di tutto il settore sanitario, che più di tutti sono esposti al contagio, “purtroppo si è dovuto constatare che, malgrado oramai da fine febbraio circa, si ipotizzasse un’espansione pandemica del virus, molti operatori sanitari non sono stati adeguatamente tutelati con Kit di protezione ed adeguati DPI” scrive Brescia.

Gli operatori del 118 salentini, oltre a non aver ricevuto l’equipaggiamento, obbligatorio secondo protocollo condiviso di regolamentazione, “continuano ad operare in condizioni di scarsa sicurezza privi anche di un locale idoneo all’interno della As1 di Lecce dove potersi cambiare e spogliare degli indumenti dopo il servizio svolto, con tutti i rischi che ne conseguono”, prosegue Brescia.

“In una stessa Regione non possono esserci figli e figliastri”, aggiunge il Segretario Nazionale — Brescia -, sottolineando che bisogna intervenire al più presto. “In mancanza di risposte sarò costretto a rivolgermi nelle opportune sedi giudiziarie a maggior tutela delle ragioni dei miei assistiti” conclude.

Oltretutto vi è l’ulteriore aggravante della situazione tamponi (“quelli del personale sanitario vengono analizzati successivamente a quelli eseguiti sui pazienti”, con relative conseguenze sulle tempistiche) e la quarantena imposta solo in casi di conclamata positività, poiché a causa delle gravissime carenze di organico presso la ASL di Lecce, da anni denunciate, attualmente viene ordinato al personale sanitario di riprendere servizio se asintomatici anche in assenza del risultato del tampone, con grave rischio per chi viene a contatto con essi”.

Una situazione grave evidenziata in una nota nei giorni scorsi a firma del Capo Dipartimento del 118 della Asl leccese, nella stessa viene denunciato la carenza di dispositivi idonei per la tutela e la protezione degli operatori esposti a rischio, ipotizzando anche l’estrema conseguenza del blocco dei mezzi di soccorso nel caso in cui i kit e dispositivi non dovessero arrivare. Una conseguenza grave, che aumenterebbe una situazione già di emergenza come quella in cui viviamo, con strutture sull’orlo del collasso, per trasformarsi in una vera catastrofe sanitaria.

IL SEGRETARIO AZIENDALE

Fortunato Pazienza

IL SEGRETARIO GENERALE

Nicola Brescia

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